CAP. A: "IL RISVEGLIO" (La diga)

""Ahrr... che dormita!!""
Reeko alza la testa rimuginando storditamente tra se' e se'; a braccia spalancate immediatamente esclama ad alta voce guardandosi confusamente intorno: ""ma dove caspita mi trovo? Questa non è camera mia!!"" Una leggera foschia in quegli istanti inizia a coprire tutto ciò che il suo sguardo riesce a scorgere; è l'alba di un giorno di metà Luglio e un"dischetto rosso"inizia ad alzarsi lentamente in mezzo a due tigli all'orizzonte sopra i campi ad est della diga; l'ancor stordito ragazzo è disteso per terra tra delle robuste radici di un albero semi-sospeso sullo specchio dell'acqua difronte, il cui terreno è in parte franato; lì a 2 passi si erge una pianta molto esigue nella struttura che però si trova in perfetto equilibrio con il paesaggio circostante come se rappresentasse un sottile limite che unisce terra ed acqua in una fiabesca opera d'arte; l'avventuriero ragazzo osserva con attenzione il luogo dove si trova ed esclama subito ad alta voce sorpreso per tutto ciò che in quell'attimo il suo occhio sta vedendo: ""Mah, davanti a me c'è una diga! Dove caspita mi trovo?"" ; un mare di pensieri in quell'attimo incominciano a "bussargli" forte nella mente domandandogli tutti insistentemente dove mai si fosse svegliato; in quel momemento davanti a lui inizia a prendere forma, coperto da una fitta foschia, un bacino artificiale per la raccolta delle acque piovane costruito con l'intento di irrigare gli estesi campi coltivati circostanti: il bacino d'acqua erge a 2 km dalla casa in cui Reeko per 22 anni ha abitato insieme alla propria famiglia prima di trasferirsi più vicino al centro della città dopo che a causa di un incidente stradale Martinelli Federico finì in carrozzina a seguito di una lesione midollare; ricomponendo allora nella situazione presente tutti i pensieri che gli stanno affollando la mente, con un gran sorriso sclama subito a gran voce: ""nohh!! Ma tu sei la mia amata dighetta di Corpo Sano!! Non ci posso credere!E' da una vita che non ti rivedevo!""

LA DIGA DI "CORPO SANO"
Bella anche se di colore giallastro:
ti cullano d'amore i pensieri mieiperchè al passato ti legano con nastroprendendoti sempre e solo per come sei!

La tua apparenza non mi farà mai capire
il perchè mi gonfi il cuore dopo una tua visione
ma io cercherò con saggezza riempire
l'intelletto degli altri attraverso la"Folle missione".
Con il viso dipinto sempre più marcatamente dallo stupore, davanti a lui sta incominciando a delinearsi la diga di "Corpo Sano":un bacino per la raccoltà delle acque piovane costruito per la necessità di irrigare i campi coltivati circostanti e situato a 2 km di distanza dalla casa presso cui Reeko è cresciuto insieme alla propria famiglia per più di 10 anni prima di trasferirsi più vicino al centro della città; tranquillizzatosi egli ricorda allora i tempi remoti in cui veniva qui da solo a scrivere e quelli attuali di diversa costituzione più recenti, in cui perveniva a quel paradiso di campagna insieme a qualche caro amico, entrambi conditi da un'avvenire ancora incerto e che morbidamente si vanno a posare sul suo più profondo interiore aggiungendo ad ogni istante ulteriori pedine di mentale innovazione. Nell'attuale stato mentale di Reeko si generano ogni volta unconprensibili quanto genuini movimenti di felicità che riempono completamente tutti i suoi spazi celebrali, creando in questa maniera una sua propria completezza di pensiero: come l'acqua riesce a colmare tutti gli spazi vuoti di una bottiglia, così il fluire mentale di Reeko acquista quì un proprio stato di genuinità riuscendo a coprire tutti quei canali celebrali che il proprio intelletto ha lasciato finora vuoti; sono momenti di completezza in una realtà impermeata nell'instabilità che completano la folle mente del Folle ragazzo... Il giovane se ne sta completamente avvolto in una lieve brina mattutina generata continuamente dal calore del sole che colpisce la fredda acqua mattiniera evaporando continuamente; stando steso a ridosso di una grande quercia in prossimità di un maestoso campo di barbabietole da zucchero, Reeko respira infine profondi pensieri che non fanno altro che trasformarsi in attimi di pura creazione. Immerso in quat'ambiente così primordiale egli commenta ad alta voce: ""ma come caspita ho fatto a venire fin qua?"" In lontananza allora, mentre è avvolto da un infinità di dubbi e domande su come mai avesse fatto a pervenire in quel luogo così distante dalla propria abitazione in una situazione tale come se il fato stesso lo avesse in un'istante riportato indietro alla sua vita precedente, Reeko vede in lontananza lungo la strada, la sua Renault Clio.

MADAME CLIO'

Ciao Divina dai "capelli metallizzati";
non sei modella né tanto meno respiri
ma analizzando meglio i mentali spiri,
tutti al tuo passaggio sono imbarazzati:
""si nascondono di giorno, come vampiriperchè per invidia sono davvero stremati!""Da steso girandosi istintivamente su di un lato e facendo forza sul gomito, Reeko si mette seduto con un colpo di reni; istintivamente cerca allora di alzarsi in piedi ma senza riuscire a muovere neanche un dito. Subito allora un marcato sorriso gli comincia a delineare subito il volto mentre un roboante boato gli stordisce la mente gridandogli: ""ma che diamine fai Reeko? Guarda che non riuscirai mai a muovere neanche un dito dei piedi: non puoi camminare!!"" Ancor completamente confuso e rintontito per la sonnolenza mattienera del risveglio, lo sbadato giovane si era completamente dimenticato che non avrebbe mai potuto alzarsi in piedi perchè affetto da una mielolesione post-traumatica che lo aveva colpito alla 7° vertebra cervicale del midollo a seguito di un terribile quanto "banale" incidente stradale avvenuto mentre stava andando con la sua vecchia automobile a fare delle "fottutissime" fotocopie del contratto della casa dove all'epoca abitava a Perugia con dei suoi amici difronte ad una rinomata cartoleria della città. Ritornato se stesso allora si guarda subito intorno vedendo dietro le proprie spalle una carrozzina: oggetto visto con così negativo occhio una volta e tanto amato e desiderato invece ora, perchè unico mezzo per un effettivo movimento autonomo...""Ecco dove eravate mie gambe!! Ma che fate? Voi che potete muovermi scappate via?"" Sorridendo dopo una delle sue "ironicamente macabre" battuttine che dopo l'incidente lo hanno sempre contraddistinto, Reeko, mani a terra, comprime il suolo con dei decisi balzelli spingendo con forza sulle mani e raggiunge la pedana bassa della carrozzina su cui stanno di norma appoggiati i piedi; arrivato a ridosso di questa afferra allora istintivamente i due segmenti curvilinei in ferro posizionati nella parte laterale sotto al sedile e a gran voce con vigore grida: ""uno, due, tre, via!!"" In quell'istante, con una potenza sui tricipedi delle braccia impressionante, Reeko riesce ad alzarsi di mezzo metro con il sedere e con un decisivo colpo finale di reni riesce a mettersi seduto; ecco che un sospiro prolungato gli esce dalla bocca e, alzando la testa, con un sorriso di soddisfazione urla a gran voce: ""tieh! Questo per tutti coloro che, con sicurezza e pieni di sé, dicevano che non sarei mai potuto riuscire a tornar seduto in carrozzina da terra con l'unica forza delle mie braccia vista la mia "alta" lesione midollare!"" Ricomposto per potersi muovere in piena autonomia, Reeko osserva allora i raggi del sole che colpiscono la fredda brina mattutina creando una foschia luminosa sopra al palmo dell'acqua come se fosse un bianco telo che coprisse tutto morbidamente; poi spinge le ruote facendo forza con un movimennto continuo e rotatorio delle mani sui segmenti metallici curvilinei imbottiti di gomma-piuma posti parallelamente alle ruote e in un baleno raggiunge Madame Cliò; aperto lo sportello principale della vettura afferra una tavoletta in ferro rivestita e appoggiata eretta difronte al sedile per la guida; inserendola meccanicamente in dei chiavistelli di plastica posti sulla parte laterale del sedile, con un deciso colpo di reni fà un balzo in avanti facendo scivolare i piedi per terra; prende poi un piccolo piano in metallo rivestito anch'esso di morbida gomma e lo posiaziona lateralmente; poi afferra stretta la maniglia posizionata alta nella parte interna della macchina sopra al finestrino gli da un forte strattone andando prima seduto sopra la barra posizionata accanto al sedile e infine di slancio passa dentro mettendosi seduto comodamente alla guida; osservando la sedia a rotelle rimasta fuori alla sua sinistra Reeko sorride e con uno sguardo di sfida, esclama ironicamente ad alta voce: ""e tu che fai cara lì fuori? Non entri? Non ci riesci con le tue forze?Ma non eri tu a scarrozzare il disabile? E ora, miga sarai diventata disabile pure te! Allora aspetta che ti aiuterò io, non ti preoccupare..."" In quel mentre afferrando i raggi di una ruota, Reeko gli da un forte strattone ribaltandola per terra girandola in modo che una ruota toccasse il suolo; poi, premendo con decisione un pulsante in plastica posizionato centralmente alla circonferenza dove partono tutti i raggi della ruota, questa automaticamente si stacca; dopo averla sollevata Reeko infine l'appoggia, attraverso un movimento di rotazione del busto, sul sedile posteriore; identica manovra viene fatta anche per l'altra finché, schiacciando lo schienale verso la barra per appoggiare i piedi, la carrozzina viene completamente ripiegata e posizionato accanto alla seduta del passeggero; il giovane infine gira la chiave accendendo il motore e, roteando una manovella nella parte conclusiva del braccio in ferro posto lateralmente al volante su cui sono posti tutti i comandi per la guida, incomincia a dare gas muovendo il veicolo e lasciando alle spalle la tanto amata diga.

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